Produzioni

La Cripta dei Cappuccini

Joseph Roth

11/05 – 20:45
10/05 – 19:30

Teatro Verdi di Gorizia

traduzione Laura Terreni

adattamento Giacomo Pedini e Jacopo Giacomoni

regia Giacomo Pedini

dramaturg Jacopo Giacomoni

scene Alice Vanini

costumi Gianluca Sbicca e Francesca Novati

musiche Cristian Carrara

eseguite in registrato da FVG Orchestra

direzione d’orchestra Paolo Paroni

luci Stefano Laudato

suono e fonica Corrado Cristina

assistente alla regia Francesca Lombardi

coach linguistico Francesco Borchi

con Natalino Balasso (Francesco Ferdinando Trotta)

e con (in o.a.)  

Nicola Bortolotti (Joseph Branco)

Primož Ekart (Conte Chojnicki)

Francesco Migliaccio (Manes Reisiger/Barone Kovacs)

Ivana Monti (Sig.ra Trotta)

Alberto Pirazzini (Bubi Kovacs/dott. Grünhut/Sentinella)

Camilla Semino Favro (Elisabeth Kovacs)

Giovanni Battista Storti (Jacques/Adolf Feldmann/Jadlowker)

Simone Tangolo (Kurt von Stettenheim/Jan Baranovitsch/Soldato/Frate)

Matilde Vigna (Jolanth Szatmary)

direttore di scena Alberto Antonel

macchinista Elisabetta Ferrandino

capo elettricista Ivan Bortolus

elettricista Enrico Mansutti

attrezzista Gaia Agozzino

trucco e acconciature Nicole Tomaini

servizi video Entract Multimedia

sartoria e personale aggiunto Servizi Teatrali srl

scene realizzate presso il Laboratorio di Emilia Romagna Teatro Fondazione

costumi realizzati da Bàste srls

coordinamento e direzione d’allestimento Stefano Laudato

produzione Associazione Mittelfest

Natalino Balasso è Trotta, il protagonista de La Cripta dei Cappuccini, celebre romanzo di Joseph Roth. La parabola di un impacciato viveur, dall’adolescenza dissoluta nella Vienna di inizio Novecento fino all’annessione nazista dell’Austria nel 1938, che passa indenne e inconsapevole la Grande guerra, il crollo dell’Impero Austro-ungarico, il boom economico degli anni ’20, lo stravolgimento dei costumi e le pulsioni libertarie e liberticide. È un uomo sovrastato dagli eventi, incapace di abbracciare le mode del tempo, che brancola in un mondo mitteleuropeo sconquassato, fatto di amici dissoluti, cugini gonzi, madri tiranni, mogli e fidanzate ambigue, avventurieri, millantatrici, soldati e nobili falliti: un’epoca sterile e senza futuro, che nella sua varietà tanto ricorda l’Europa di cent’anni dopo. È una giostra, una babele, una satira di nobili nostalgici, rampanti approfittatori e progressisti da salotto che vortica attorno a un uomo solo, mentre tenta di comprendersi insieme agli spettatori.

Spettacolo in lingua italiana con sovratitoli in sloveno e inglese

Anteprima studenti venerdì 10 maggio/Debutto sabato 11 maggio 2024

Prima parte della trilogia Inabili alla morte/Nezmožni umreti

Europeana.

BREVE STORIA DEL XX SECOLO

Lino Guanciale

80 minuti

dal romanzo di Patrik Ourednik

regia e con Lino Guanciale

musiche eseguite dal vivo da Marko Hatlak (fisarmonica)

oggetti di scena Gianluca Sbicca

luci Carlo Pediani

co-produzione Wrong Child Production e Mittelfest2021

in collaborazione con Ljubljana Festival

“Alla fine del XIX secolo la gente delle città aspettava il nuovo secolo con impazienza perché sentiva che il XIX secolo aveva segnato la strada che l’umanità avrebbe percorso con risolutezza e che in futuro tutti avrebbero potuto telefonare e viaggiare su battelli a vapore e spostarsi in metropolitana e prendere scale mobili con i corrimano scorrevoli e scaldarsi con carbone di qualità…”

Come fosse un cronista giunto da un altro pianeta o dal futuro, venuto a raccogliere brandelli della civiltà europea nel più contraddittorio dei suoi secoli, il praghese Patrik Ourednik attraversa con il suo Europeana il Novecento, passando con disinvoltura dall’uso dei gas nelle trincee della Grande Guerra all’invenzione del reggiseno, dallo sbarco in Normandia alla comparsa di frigoriferi e asciugacapelli. Ne viene fuori un racconto del nostro recente passato, terribile e divertente a un tempo, incredibile e semplice, dove eccezionalità e frivolezza trovano tutte un loro posto.

Lino Guanciale prende il fiume di episodi e racconti di Ourednik e con un grande respiro trasforma la sua lunga frase in uno spettacolo dove si passa in un lampo dalla tragedia alla farsa e viceversa. Lo fa dialogando con la fisarmonica dello sloveno Marko Hatlak e il suo intelligente e divertito contrappunto musicale che riecheggia ulteriori storie.

produzioni esecutive Mittelfest dal 2021