
Solo bianco e nero
Geniušas/ Geniushene/Rojac

Solo bianco e nero: all’occhio una semplice e opposta bicromia. Eppure, dietro quel che appare come un’immutabile sequenza di chiaroscuri, sta nascosto – tramutato in combinazioni armoniche – un universo di possibilità espressive. Qui è la vertigine romantica degli ultimi due impromptus schubertiani. Qui è la finezza compositiva per fisarmonica delle Due canzoni di Alessandro Solbiati – eseguite in prima assoluta – e degli studi di Corrado Rojac. Proprio la fisarmonica rivela allora il suo essere strumento armonico, così diverso meccanicamente, ma così affine per capacità espressive al pianoforte. In un crescendo inevitabile di sorprese, è al centro la Sonata n. 5 di Prokof’ev, che il compositore ha iniziato a stendere cent’anni fa, per poi riscriverla nell’arco di trent’anni. A chiosa, come per sigillare un armonico cerchio perfetto, ancora Schubert, con quella Fantasia a quattro mani scritta nel crepuscolo della sua breve vita e, non per nulla, dedicata all’amata ex allieva Carolina Esterhàzy.
Prima assoluta
Programma musicale
Franz Schubert (1797-1828), Impromptus Ор.90 n. 3 e 4
Lukas Geniušas, pianoforte
Alessandro Solbiati (1956), Due canzoni (prima esecuzione assoluta)
Corrado Rojac, fisarmonica
Sergej Prokof’ev (1891-1953), Sonata n.5 op.38
Anna Geniushene, pianoforte
Corrado Rojac (1968), Studi sulla Risonanza (Nell’attesa, Nell’invocazione, Nel lume)
Corrado Rojac fisarmonica
Franz Schubert (1797-1828), Fantasia in fa minore per pianoforte a 4 mani
Lukas Geniušas, Anna Geniushene, pianoforte a 4 mani
produzione Associazione Sergio Gaggia